Il mio essere abruzzese va al di là del semplice essere nata in
Abruzzo. Vuol dire avere a cuore una terra, che si estende dalle coste marine, alle
cime montane, passando per dolci colline.
Per me vivere in Abruzzo significa amare la mia regione, sentirsi parte d'essa, condividerne le gioie e le tristi delusioni.
Negli ultimi anni l'Abruzzo viene ricordata sui giornali e alle
televisioni, per il tristissimo terremoto de L'Aquila, per le vicende di
corruzione e sciacallaggio, sulla ricostruzione di un capoluogo oramai
ferito nell'anima umana ed edilizia.
Nella zona del vastese, ci ricordiamo delle vicende che hanno visto
morire piccoli centri, come Gissi, con il suo polo ospedaliero ed
industriale, schiacciati da una politica di tagli e austerità; e ancora
dei fatti di cronaca: gli assalti ai porta valori nel tratto
autostradale Vasto-San Salvo, gli scippi in pieno giorno nei centri
storici, i numerosi arresti di gente che nelle nostre città, San Salvo o
Pescara in maniera specifica, hanno trovato un crocevia favorevole ai
numerosi traffici illegali con Puglia, Campania e Albania .
Ma io oggi non voglio parlare di questo Abruzzo. Il mio essere abruzzese,
nel cuore e nel sangue, mi fa guardare a una regione che ha altro, molto
altro da offrire, alla sua gente e ai molti che scelgono di venirci in
vacanza o anche di passarci il resto della vita.
Non occorre partire dalla sua storia, per capire che questa splendida perla d'Italia da sola è nata, si è
sviluppata ed è cresciuta grazie alla caparbietà della sua gente, che ha
saputo mandare nel mondo i suoi figli migliori, Ovidio, Flaiano e
D'Annunzio per citarne i più famosi.
Non occorre necessariamente leggere un passo di questi autori, per
gustarne le immagini. Ci basta percorrere il litorale che da Vasto ci
porta a
Pescara... osservare il mare, " i trabocchi", la flora, le barche
all'orizzonte...il giallo dei fiori che sboccia sulla costiera, che
dalla roccia prendono vita.
Basta passeggiare in un qualsiasi borgo collinare o marinaro a ora di
pranzo e liberare l'olfatto, per capire cosa spinge migliaia di turisti a
decretare la nostra, come la miglior cucina italiana.
La scelta di materie prime d'eccellenza, il pesce dell'Adriatico, lo
zafferano di Navelli, la pasta di Fara San Martino, le patate della
valle del Fucino, i prodotti ortofrutticoli, uniti alla passione e alla
sapienza di tradizioni lunghe secoli e tramandate di generazione in
generazione, fanno della nostra gastronomia un fiore all'occhiello dell'intero Paese.
E' dalla tradizione, nata dal lontano 1400 a Sulmona se oggi, in tutti i
paesi del mondo allietiamo le nostre occasioni speciali con
coloratissimi e dolcissimi confetti o se ovunque apprezzano e stimano la
nostra arte orafa e la nostra abilità nel lavorare i metalli preziosi.
E' grazie alla maestria, all'amore per questa terra, alla caparbietà e
all'intuizione dei nostri imprenditori, se nella nostra regione, quello che era
un semplice settore primario, di agricoltura e allevamento oggi vanta
nomi eccellenti nel panorama nazionale vinicolo.
Una politica lungimirante ha fatto sì che poli industriali importanti come
la Sevel, la Pilkington o la Fater localizzassero qui le loro sedi, permettendo alla nostra
regione di sviluppare anche il settore
secondiario.
Le città di Pescara, Teramo, Chieti, Lanciano e Vasto si sono
enormemente diffuse nel territorio creando veri e propri centri cruciali
e fondamentali nella vita dei cittadini, per sbrigare faccende
burocratiche o per gli studi o semplicemente per lo shopping.
Ai giorni nostri, la mia regione è tutto questo, un incontro di culture,
di paesaggi che si uniscono senza mai prevalicare, di duro lavoro
seguito
da piacevole relax, di momenti devastanti ma mai distruttivi, perché
questo siamo noi... perché questo è l'Abruzzo , " forte e gentile".
Amiamo la nostra terra, che merita di essere preservata e curata, perchè
è ciò che merita.
E metteremo tutto il nostro impegno, affinchè, la nostra regione esprima in futuro tutto ciò che di bello ancora
ha da offrirci.
Roberta D'Adamo.
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